Femministe a Cernusco? Si, grazie! Girls code it better

In un’Italia in cui, secondo le statistiche, le studentesse spesso ancora tentennano ad aprirsi alle loro reali capacità e cedono gli onori lavorativi futuri ai colleghi del sesso forte, esistono iniziative volte a chiarire loro le idee. Ed ecco che, dopo il successo ottenuto l’anno scorso, l’agenzia per il lavoro “MAW, Men at Work s.p.a” ripropone “Girls code it better”.

Di cosa si tratta? Nel 2017 si parla ancora di disomogeneità tra ambienti maschili e femminili:  questo progetto è rivolto interamente alle ragazze delle tre medie di molte Regioni italiane per immaginarsi in una realtà socio-lavorativa paritaria e diversa dai canoni tradizionali.  Anche la scuola cernuschese A. Manzoni accetta nuovamente di esserne parte attiva.

Il 28/09 si è infatti tenuta la presentazione presso la scuola, presentata dal Preside, Dott. Claudio Mereghetti in presenza dell’Assessore cernuschese a Educazione, Formazione e Cittadinanza Attiva Nico Acampora, entrambi consapevoli della bontà dell’iniziativa. Al centro della sua azione lo sviluppo della “persona”, intesa come un’identità consapevole e aperta all’interno di una squadra in cui “nella diversità e nelle differenze si condivide l’unico obiettivo che è, non solo lo sviluppo del progetto stesso, ma la crescita delle partecipanti nelle loro peculiarità e specificità”.

La rappresentante di MAW e ideatrice di “Girls code it Better” Costanza Turrini, ne spiega l’esigenza e l’attuale situazione. In gran parte dei Paesi e delle Economie maggiormente industrializzate, Italia compresa, c’è tutt’ora una forte resistenza, anche nella famiglia, nel superare un modello culturale maschilista che non concepisce le donne in posizioni di pari potere pur nel riconoscimento della differenza di genere. E nelle scuole si evince che:

-mediamente le ragazze ottengono risultati meno brillanti nel campo della matematica e delle scienze esatte rispetto ai ragazzi e hanno meno fiducia in se stesse e nelle proprie capacità. Tuttavia, quando si confrontano i risultati tra ragazzi e ragazze con livelli simili di fiducia in se stessi e di ansia rispetto alla materia, il divario di genere scompare.

-i genitori sono propensi a pensare che saranno principalmente i loro figli maschi a lavorare nei settori scientifici, tecnologici, ingegneristici o matematici – più che le figlie-  anche quando, nelle materie scientifiche, figli maschi e femmine ottengono lo stesso livello di risultati.

-gli stereotipi di genere, spingono i ragazzi a intraprendere percorsi di studi e professioni che tendano a individuarli come tipicamente «maschili» o «femminili».

Siamo insomma ancorati agli stereotipi, null’altro che semplificazioni rigide, costruzioni sociali e immagini mentali con cui rappresentiamo la realtà, che diventano idee stabili tramandate nelle famiglie e nelle istituzioni e cristallizzano i ruoli, le abitudini, le opinioni, e le scelte delle persone.

Nico Acampora sottolinea la dannosità dei cliché e il valore di questo lavoro: “I temi dell’uguaglianza, delle pari opportunità, della piena cittadinanza delle persone, delle differenze di genere, dei ruoli non stereotipati, della soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, sono fondamentali per il superamento delle discriminazioni e sono da costruirsi attraverso un cambiamento culturale, che punti a sradicare stereotipi e rappresentazioni statiche della realtà”

Puntiamo allora sull’educazione. E’ l’unico strumento che abbiamo per cambiare le carte in tavola. Bisogna adattare la mentalità delle cittadine e dei cittadini di domani “al domani” perché come i cliché, la scuola agisce nel lungo termine ed influenza l’identità e le relazioni fra persone. Occorre educare ai media, ai linguaggi, alle esclusività individuali e alle differenze di genere, al rispetto della parità, all’apprendimento “della e nella” complessità e ai saperi innovativi delle donne.

Girls code it better è una visione trasversale alle discipline, veicolata e coordinata all’interno della Manzoni dalle insegnanti Giuseppina di Maggio e Monica Tamburrini, da sempre attente alla cura di progetti rivolti alla crescita interiore dei ragazzi delle classi primarie e secondarie. “La scelta è quella di agire concretamente sia da un punto di vista formativo, sociale e culturale, che in termini di maggiore visibilità del contributo e del ruolo delle donne nella società e negli ambienti lavorativi a partire dai primi livelli dell’istruzione”.

Come funziona?

Navigando sul sito www.girlscodeitbetter.it sarà possibile partecipare all’estrazione di “20 ragazze per scuola”. Avranno l’opportunità di lavorare in team, con gli onori e gli oneri che ciò comporta, lavorando fianco a fianco –  ognuna con le proprie qualità – nell’arco di 45 ore, da novembre a maggio –  a progetti informatici ”altamente sofisticati e impegnativi”.

Le prime che arrivano si aggiudicano uno dei posti disponibili.

Sono incoraggiate a iscriversi tutte le ragazze curiose, interessate a esplorare le opportunità della tecnologia e l’informatica, tutte le ragazze che amano stare insieme e lavorare in gruppo. Non è necessario possedere alcuna competenza tecnologica di base, nessuna precedente esperienza in informatica è richiesta.

Pensiamoci bene: l’azione sinergica di genitori, insegnanti e dei leader di opinione è necessaria per consentire ai giovani di sviluppare pienamente il loro potenziale e di contribuire alla crescita economica e al benessere della società in cui vivono.

 Katia Ardemagni

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